recensione critica
“un tripudio di dolore", pensato come fosse provocatorio, insinuante accostarla al “Compianto sul Cristo morto” di Niccolò dell’Arca. Quindi si può riflettere su quante siano differenti le modalità di espressione in 400, 500 anni di distanza, del dolore. Qui si soffre e si soffre in maniera teatrale forte, potente, non si riesce a “costringere” il dolore tanto che si deflagra in pianto di lacrime e di sangue ci si lascia agli istinti più bassi e li si rappresenta in modo scenografico teatrale forte, potente, ma anche contrastante, questi valori che evocano un qualcosa di antico un qualcosa di passato si contrappongono a una modalità di rappresentazione che abbia a che fare nella cornice e nello sfondo, con sintomi della modernità. Affermando appunto come il contemporaneo espresso da Mazza sia contrapposizione provocazione di valori e tecniche antiche e contemporanee."
daverio e d'amore
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